Vari tipi di fobie
E’ importante chiarire che il tipo di fobia da cui si è affetti non ha alcun significato simbolico inconscio, come invece viene suggerito da alcuni psicoanalisti, e la paura specifica è legata unicamente ad esperienze di apprendimento errato involontario (non necessariamente ricordate dal soggetto), per cui l’organismo associa involontariamente pericolosità ad un oggetto o situazione oggettivamente non pericolosa.
Si tratta, in sostanza, di un processo di cosiddetto “condizionamento classico”. Tale condizionamento si mantiene inalterato nel tempo a causa dello spontaneo evitamento sistematico che i soggetti fobici mettono in atto rispetto alla situazione temuta.
TIPI DI FOBIE
- Tipo animali. Fobia dei ragni (aracnofobia), fobia degli uccelli o fobia dei piccioni (ornitofobia), fobia degli insetti, fobia dei cani (cinofobia), fobia dei gatti (ailurofobia), fobia dei topi, ecc..
- Tipo ambiente naturale. Fobia dei temporali (brontofobia), fobia delle altezze (acrofobia), fobia del buio (scotofobia), fobia dell’acqua (idrofobia), ecc..
- Tipo sangue-iniezioni-ferite. Fobia del sangue (emofobia), fobia degli aghi, fobia delle siringhe, ecc.. In generale, se la paura viene provocata dalla vista di sangue o di una ferita o dal ricevere un’iniezione o altre procedure mediche invasive.
- Tipo situazionale. Nei casi in cui la paura è provocata da una situazione specifica, come trasporti pubblici, tunnel, ponti, ascensori, volare (aviofobia), guidare, oppure luoghi chiusi (claustrofobia o agorafobia).
- Altro tipo. Nel caso in cui la paura è scatenata da altri stimoli come: il timore o l’evitamento di situazioni che potrebbero portare a contrarre una malattia (vedi anche disturbo ossessivo-compulsivo), ecc. Una forma particolare di fobia riguarda il proprio corpo o una parte di esso, che la persona vede come orrende, inguardabili, ripugnanti (dismorfofobia).
Come curare la fobia specifica?
Il trattamento delle fobie è relativamente semplice, se non complicato da altri disturbi psicologici, e prevede primariamente un percorso di psicoterapia cognitivo comportamentale di breve durata (spesso entro i 3-4 mesi).
La cura delle fobie, dopo un periodo di valutazione del caso che si esaurisce in genere nell’arco del primo mese, passa necessariamente attraverso l’utilizzo delle tecniche di esposizione graduata agli stimoli temuti.
Il paziente viene avvicinato in modo molto progressivo agli stimoli che innescano la paura, partendo da quelli più lontani dall’oggetto o situazione centrale (es. l’immagine di una siringa nuova per un fobico degli aghi o una scatoletta di mangime per un fobico dei cani). Il contatto con tali stimoli viene mantenuto finché inevitabilmente non subentra l’abitudine ed essi non generano più ansia. Solo a tal punto si procede all’esposizione ad uno stimolo leggermente più ansiogeno, in una gerarchia accuratamente preparata in seduta a priori. In questo modo, nell’arco di poche settimane, si riesce a salire sulla gerarchia fino ad arrivare a esposizioni molto più forti, senza suscitare mai troppa ansia nel soggetto e ripetendo ogni esercizio finché non è diventato “neutro”.
Tale procedura può spaventare molto le persone che soffrono di una fobia, poiché implica affrontare vis a vis l’oggetto o situazione temuta, ma se ben effettuata, con l’aiuto di un terapeuta esperto, è assolutamente applicabile e garantisce un successo nel 90-95% dei casi nella cura della fobia.
In alcuni casi, per rendere più efficace il metodo, si insegnano al paziente strategie di rilassamento fisiologico e lo si invita ad utilizzarle poco prima di esporsi agli stimoli ansiogeni, in modo da facilitare la creazione di un nuovo condizionamento, in cui l’organismo associ rilassamento, anziché ansia, a tali stimoli.
Ansia Sociale – Fobia sociale
La caratteristica principale della fobia sociale è una paura marcata e persistente che riguarda le situazioni sociali o prestazionali che possono creare imbarazzo. L’esposizione a tali situazioni quasi inevitabilmente provoca una risposta ansiosa immediata e genera preoccupazione e timore di poter essere giudicati dagli altri come “ansiosi, deboli o stupidi”.
La fobia sociale è un disturbo alquanto diffuso tra la popolazione. Secondo alcuni studi, la percentuale di persone che ne soffre va dal 3% al 13%. Sempre secondo questi studi sembra che l’ansia sociale caratterizzi più le donne che gli uomini.
Solitamente le situazioni più temute da chi soffre di fobia sociale sono quelle che implicano la necessità di dover fare qualcosa davanti ad altre persone, come ad esempio esporre una relazione o anche solo firmare, telefonare o mangiare; a volte può creare ansia sociale semplicemente entrare in una sala dove ci sono persone già sedute, oppure parlare con un proprio amico.
Le persone che soffrono di fobia sociale temono di apparire ansiose e di mostrarne i “segni”, cioè temono di diventare rosse in volto, di tremare, di balbettare, di sudare, di avere batticuore, oppure di rimanere in silenzio senza riuscire a parlare con gli altri, senza avere la battuta “pronta”.
Infine, accade spesso che chi sperimenta ansia sociale, quando non si trova in una situazione temuta, riconosca come irragionevole la propria paura e tenda, conseguentemente, ad auto accusarsi e rimproverarsi per non riuscire a fare cose che tutti fanno.
La fobia sociale, se non trattata, tende a rimanere stabile e cronica, e spesso può dare luogo ad altri disturbi come la depressione.
Solitamente si distinguono due tipi di Fobia Sociale:
- semplice, quando la persona sperimenta ansia sociale solo in una o poche tipologie di situazioni (per esempio è incapace di parlare in pubblico, ma non ha problemi in altre situazioni sociali come partecipare ad una festa o parlare con uno sconosciuto);
- generalizzata, quando invece la persona teme pressoché tutte le situazioni sociali. Nelle forme più gravi e pervasive, si tende a preferire la diagnosi di Disturbo Evitante di Personalità.
Quali sono i sintomi?
I sintomi sperimentati sono quelli dell’ansia e soprattutto quelle della vergogna:
- Aumento del battito cardiaco
- Rossore del volto
- Eccessiva sudorazione
- Secchezza delle fauci
- Difficoltà a deglutire
- Contrazioni muscolari
- Tremori
- Malessere gastrointestinale
Quali sono le cause?
Alcune persone sono timide per temperamento e mostrano propensione alla vergogna molto precocemente da bambini, mentre altre possono vivere le prime esperienze di ansia sociale durante la pubertà.
Spesso i contesti nei quali si vivono le prime esperienze di ansia sociale sono la scuola e altri contesti aggregativi strutturati (ambiente sportivo, oratorio, ecc.) o più informali (gruppo di pari, comitive, ecc.), contesti nei quali ci si sente sottoposti alla valutazione degli adulti significativi e/o dei pari.
A partire quindi dal proprio temperamento, da questi episodi di ansia, dalle “figuracce” vissute, può innescarsi un timore più ampio di varie situazioni sociali e un evitamento progressivo delle situazioni temute, che possono portare poi allo sviluppo di una più strutturata e più o meno generalizzata fobia sociale.
Come si cura?
Come per gli altri disturbi d’ansia, la psicoterapia cognitivo comportamentale si è dimostrata generalmente molto efficace nella cura della fobia sociale.
La psicoterapia cognitivo comportamentale è centrata sul “qui ed ora”, sul trattamento diretto del sintomo, e punta da un lato a modificare i pensieri disfunzionali, dall’altro a offrire alla persona migliori capacità ed abilità nel affrontare le situazioni temute.
Le convinzioni disfunzionali o irrazionali sono pensieri che le persone fanno circa gli eventi, nei quali si trovano coinvolte e che derivano, a loro volta, da schemi cognitivi rigidi e poco adattivi, come ad esempio la convinzione che mostrare ansia sia un segno di debolezza oppure la convinzione di essere sempre attentamente osservati da parte degli altri.
Tali pensieri entrano, per così dire, in funzione solo quando una persona deve affrontare una situazione sociale, cioè deve esporsi ad un possibile giudizio degli altri, facendo così scattare l’ansia e la conseguente sensazione di perdere il controllo.
La cura della fobia sociale, da una parte, mira a modificare tali assunti durante il lavoro psicoterapico, dall’altra cerca di insegnare abilità per gestire al meglio le situazioni sociali.
Tali abilità prevedono, solitamente, sia tecniche (come i training di rilassamento) per la gestione dell’ansia, sia tecniche per la gestione dell’interazione verbale.
Le mie competenze
Laureata con lode in Psicologia dei processi cognitivi
Riabilitazione psichiatrica
Training Intensivo DBT
Titolo di Psicoterapeuta Cognitivo – Comportamentale
Skills training
Titolo di terapeuta EMDR
Master biennale in Psicodiagnostica
Volontaria all'UOSD DCA dell’ASL Roma1
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